domenica 30 dicembre 2012

Salutarsi: questo è il problema!!!




Titolo: Salutarsi: questo è il problema!!!
Autore: giusipoo
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini (Caparezza)
Genere: Real person slash
Story line: Registrazione de “Il mio gatto” (Torino 2002)
Rating: nessuno
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia...


sì, ironico ma quell’ironia di chi scherza per dire una verità non semplice


sabato 29 dicembre 2012

2 Pianeti quarta parte (4)




Titolo: 2Pianeti
Sottotitoli: Diego impegnato su 2 fronti (4)
Autori: Annina e Giusipoo
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/Commedia/Romantico/Introspettivo  
Rating: PG, slash,
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. I personaggi sono originali, abbiamo preso in prestito i nomi per ispirazione artistica e non per insinuare qualcosa!   


Diego impegnato su 2 fronti (4)



venerdì 28 dicembre 2012

Mai senza di te




Titolo: Mai senza di te
Autori: Annina 
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: Fantasy/Romantico/Introspettivo  
Rating: PG, slash,
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. Molta fantasia!


giovedì 27 dicembre 2012

Tante piccole onde... (nella notte della taranta)





Titolo: Tante piccole onde... (nella notte della taranta)
Autore: giusipoo
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini (Caparezza)
Genere: Real person slash
Story line: La notte della taranta (Melpignano, Agosto 2008)
Rating: nessuno
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia.


mercoledì 26 dicembre 2012

2 Pianeti, quarta parte (3)


Titolo: 2Pianeti
Sottotitoli: Diego impegnato su 2 fronti (3)
Autori: Annina e Giusipoo
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/Commedia/Romantico/Introspettivo  
Rating: PG, slash,
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. I personaggi sono originali, abbiamo preso in prestito i nomi per ispirazione artistica e non per insinuare qualcosa!   

Diego impegnato su 2 fronti (3)




Dregorezza's moments

domenica 23 dicembre 2012

2 Pianeti quarta parte, 2





Titolo: 2Pianeti
Sottotitoli: Diego impegnato su 2 fronti (2)
Autori: Annina e Giusipoo
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/Commedia/Romantico/Introspettivo  
Rating: PG, slash,

Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. I personaggi sono originali, abbiamo preso in prestito i nomi per ispirazione artistica e non per insinuare qualcosa!
WARNING: Rigorosamente NC 17 per scene di sesso esplicite



Diego impegnato su 2 fronti (2)



domenica 16 dicembre 2012

2 Pianeti quarta parte (1)



Titolo: 2Pianeti
Sottotitoli: vari, saranno specificati via via
Autori: Annina e Giusipoo
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/Commedia/Romantico/Introspettivo  
Rating: PG, slash,

Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. I personaggi sono originali, abbiamo preso in prestito i nomi per ispirazione artistica e non per insinuare qualcosa!
WARNING: Rigorosamente NC 17 per scene di sesso esplicite

Diego impegnato su 2 fronti (1)



venerdì 14 dicembre 2012

Apri la bocca

Per puro caso mi sono imbattuta nel vecchio file di questa fic e mi è venuto naturale fare delle modifiche e aggiunte. Ho cambiato anche l'immagine d'accompagnamento. Spero vi piaccia.
Questo è il link diretto alla fic

http://caparezzamadiegoperrone.blogspot.it/2012/08/apri-la-bocca.html

giovedì 13 dicembre 2012

2 Pianeti terza parte (4)

Titolo: 2Pianeti
Sottotitoli: Una famiglia e un sogno per 2 (4)
Autori: Annina e Giusipoo
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/Commedia/Romantico/Introspettivo  
Rating: PG, slash,  
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. I personaggi sono originali, abbiamo preso in prestito i nomi per ispirazione artistica e non per insinuare qualcosa!
WARNING: Rigorosamente NC 17 per scene di sesso esplicite



Una famiglia e un sogno per 2 (4)


mercoledì 12 dicembre 2012

2 Pianeti terza parte (3)





Titolo: 2Pianeti
Sottotitoli: Una famiglia e un sogno per 2 (3)
Autori: Annina e Giusipoo
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/Commedia/Romantico/Introspettivo  
Rating: PG, slash,  
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. I personaggi sono originali, abbiamo preso in prestito i nomi per ispirazione artistica e non per insinuare qualcosa!
WARNING: Rigorosamente NC 17 per scene di sesso esplicite



Una famiglia e un sogno per 2 (3)


domenica 9 dicembre 2012

Un angioletto goloso di nutella




Titolo:  Un angioletto goloso di nutella
Autore: Alex g
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: Romantico- Erotico
Rating: PG, slash,  NC 14
Editor: giusipoo
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. Consigliabile solo pubblico ad un pubblico adulto e smaliziato



sabato 8 dicembre 2012

2 Pianeti, terza parte (2)



Titolo: 2Pianeti
Sottotitoli: Una famiglia e un sogno per 2 (2)
Autori: Annina e Giusipoo
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/Commedia/Romantico/Introspettivo  
Rating: PG, slash,  
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. I personaggi sono originali, abbiamo preso in prestito i nomi per ispirazione artistica e non per insinuare qualcosa!
WARNING: Rigorosamente NC 17 per scene di sesso esplicite

venerdì 7 dicembre 2012

Diventare grandi Epilogo





Titolo: Diventare grandi

Pairing: Diego - Michele

Rating: PG 

Disclaimer: I personaggi mi appartengono. Ho preso solo in prestito i nomi. Questa fic non è scritta a scopo di lucro ma solo per divertimento


giovedì 6 dicembre 2012

2 Pianeti, Terza parte

                                    

Titolo: 2Pianeti
Sottotitoli: Una famiglia e un sogno per 2 (1)
Autori: Annina e Giusipoo
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/Commedia/Romantico/Introspettivo  
Rating: PG, slash,  
Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. I personaggi sono originali, abbiamo preso in prestito i nomi per ispirazione artistica e non per insinuare qualcosa!
WARNING: Rigorosamente NC 17 per scene di sesso esplicite



Una famiglia e un sogno per 2 (1)


martedì 4 dicembre 2012

2 Pianeti, seconda parte (secondo capitolo)



Titolo: 2Pianeti
Sottotitoli: 2 città così lontane (2)
Autori: Annina e Giusipoo
Pairing: Diego Perrone/Michele Salvemini
Genere: AU/Commedia/Romantico/Introspettivo  
Rating: PG, slash, NC 14

Disclaimer: come sempre è tutto frutto di fantasia. I personaggi sono originali, abbiamo preso in prestito i nomi per ispirazione artistica e non per insinuare qualcosa!


2 città così lontane (2)

“Pronto? Pronto chi parla, sono…”
Diego riattacca. No, non aveva pensato alla possibilità che al cellulare di Michele potesse rispondere qualcuno che non era lui, che potesse rispondere una donna. Non aveva pensato che a casa potesse aspettarlo una donna. Sua moglie? La sua convivente? E perché non dirlo... perché? Adesso Diego ti metti tranquillo, ti prepari qualcosa da mangiare e poi esci a fare un giro per rinfrescarti le idee. Ma, nonostante i buoni propositi, per non rischiare di star male si prende un ansiolitico, il più potente che gli capita sotto mano. Dopo si corica in posizione fetale sul divano stringendo il cuscino tra le braccia, lo stomaco che fa male, o forse è il cuore, chissà...
Si risveglia due ore dopo, stordito. Appallottolato in mano, ancora il biglietto da visita di Michele. Devo parlare con lui, non me ne frega niente se ha una donna, devo sentirlo! Cocciuto, Diego riprende in mano il telefono e spinge il tasto dove è memorizzata l’ultima chiamata. Se ‘sta stronza sapesse che bel bocchino gli ho fatto… Basta, sto esagerando! Che poi magari stronza non è, lo stronzo sono io invece… beh, che si fotta lo stesso, mi dovrà passare Michele!
“Pronto?” maledetta è ancora lei... lo stesso accento di Michele accidenti. Per forza. Son proprio rincoglionito. “Eh, sì pronto, io sono un amico di Michele, volevo…”
“Ah, mi spiace. Michele torna stasera, ha fatto un viaggio breve oggi, e ha dimenticato il cellulare qui; io sono Barbara”
“Barbara?”
“Sì... Barbara, sua sorella no? Pronto?”.
Diego sta zitto mentre in trance pensa: Sua sorella. Sua sorella. Sua santissima sorella! Il cuore che batte forte. “Lo chiamo stasera allora ciao!”.
Diego ora sollevato, va in cucina e si prepara due fette di pane in cassetta con quello che trova in frigo. Mentre mangia, un’idea prende sempre più forma nella sua testa: parto, prendo il treno e vado giù a Bari. Io devo parlargli. Sono sicuro che mi vuole un po’ di bene, sennò non mi avrebbe baciato, non come mi ha baciato. Io vado, si ci vado e basta, e basta!
Lasciando il panino a metà corre sul suo Mac a guardare gli orari dei treni. Il prossimo è domattina alle 4,50, arriverà a Bari alle 15. Benissimo... Non ha più fame, ora è in preda all’ansia. Infila nel portafoglio il biglietto di Michele, come se fosse un prezioso reperto.

Alle quattro del mattino, ben imbacuccato contro la neve che ha ripreso a cadere, Diego è di nuovo in stazione; il telefono di Michele era spento quando ha provato a chiamarlo ma non importa, riproverà in treno, si dice, o gli farà un’improvvisata. Stavolta non piange, non si dispera, sa che vedrà Michele presto, qualcosa succederà. “Al massimo gli faccio un altro bocchino! A quello non dirà di no!” ride tra sé Diego.
Undici ore di viaggio sono lunghe per tutti, ma per chi sta rincorrendo un sogno come Diego sono interminabili.
Finalmente alle sedici, con pochissimo ritardo, il treno entra nella stazione di Bari.
Diego scende di corsa, si precipita all’uscita a cercare un telefono pubblico: dovrà anche pensare di comprare un cellulare nuovo prima o poi e denunciare la scomparsa della sim.
Correndo con l’andatura di uno che sta fuggendo da un serial killer, si scontra con due questurini di ronda nella stazione. Cazzo!
“Che c’è da correre tanto? Da cosa stiamo scappando?” chiede un poliziotto.
“Ma no, non scappo. Sto cercando un telefono, sono venuto a trovare un amico, devo chiamarlo ma ho perso il cellulare”. Impallidito, Diego cerca di spiegare con calma, ma ha qualche difficoltà, ha già avuto a che fare con la polizia.
“Certo, favorisca i documenti intanto”.
“Sì, va bene, subito” Diego cerca nel portafoglio ma la Carta d’identità sembra volatilizzata. Va a vedere che l’ho lasciata a casa...
“Non li troviamo vero? Sparita insieme al cellulare. Bene, ci segua in ufficio che provvediamo al riconoscimento”.
“Ma perché, non ho fatto niente! Sto solo cercando un telefono, sono stanco” Diego, in preda al panico, li implora ormai.
“Venga, non si preoccupi è solo una formalità” e mettendosi al suo fianco lo accompagnano agli uffici della Polfer.
“Sentite  posso almeno fare una telefonata? Per favore” .
“Vedi troppi film, guarda che non sta succedendo niente, è solo un controllo” ridono i due poliziotti. Ridono di lui. Ma quando uno di loro accede al server, il nome segnalato con tanto di foto, riempie il computer a tutto schermo: “Ma guarda un po’, Diego Perrone. Sei proprio tu, con gli orecchini e i capelli in quella maniera. Vedi che ci sei nel CED. Ti hanno già arrestato per possesso e spaccio di stupefacenti. Che sei venuto a fare qui da Torino?”.
“Un mio amico, sono venuto a trovarlo. E lo spaccio non me l’hanno dato poi. Vi prego, mi fate telefonare?”. Nella sua voce ansia e irritazione la fanno ormai da padrona.
Nemmeno gli rispondono, lo lasciano lì seduto per due ore durante le quali al ragazzo passano per la mente mille possibilità: Mi arrestano, mi buttano dentro, un motivo lo trovano questi, cazzo cazzo cazzo, ma perché? Non potevo guardarmi intorno, non potevo andare piano, ma poi ho una faccia così da delinquente io, cazzo se mi buttano dentro. Me lo aveva detto l’avvocato: riga dritto, alla prossima ti legano!
“Chiama dai, intanto finiamo i controlli”. Dev’essere il poliziotto buono, questo.
Diego ha le mani che tremano, quasi non riesce a schiacciare i tasti giusti; finalmente una voce risponde dall’altra parte “Sì!”.
Il cuore perde qualche battito: “Michi, Michi sei tu? Sono Diego”
“Ciao Diego, che fai?”.
“Ecco, io sarei venuto a Bari perché volevo parlarti, ma adesso sono qui negli uffici della polizia in stazione e… ”
“Cosa? Cos’hai fatto?” La voce di Michele tradisce sconcerto.
“Niente correvo per telefonarti, li ho urtati cazzo, e mi han portato qui. Ho paura adesso...” la voce è stridula, Diego ha davvero paura, anche se sa di non aver fatto niente. “Aspetta” Michele chiude la comunicazione, e Diego si sente ancora più solo.
Poi finalmente lo chiamano, gli fanno firmare il verbale e dandogliene una copia lo salutano con un: “Vedi di filare dritto Perrone, qui non vogliamo rompicoglioni”.
Diego, con le gambe malferme, apre la porta ed esce velocemente dall’ufficio: “Cazzo mi lasciano andare, non ci credo, mi lasciano andare”.
Le forti emozioni e la debolezza dovuta al digiuno prolungato, gli provocano un leggero sbandamento improvviso e sente che sta per cadere lungo sul marciapiedi, ma due braccia forti lo acchiappano al volo, stringendolo.
“Il mio destino sarà di raccoglierti sempre da qualche parte, randagio?”.
Diego si gira e guarda Michele con i suoi grandi occhi nocciola sottolineati da profonde occhiaie, il viso pallido e tirato, ma con un sorriso che da solo illumina tutt’intorno.

Quando ha ricevuto la chiamata di Diego, Michele non lo sapeva, ma si trovava giusto a trecento metri da lui, dalla stazione centrale di Bari.
Stava rientrando dopo l’ultimo viaggetto, questa volta Taranto, praticamente una passeggiatina. Già nel pomeriggio era libero e stava solo pensando a come passare quelle prime ore di autonomia, alla musica che avrebbe ascoltato, o al film che avrebbe visto. Era intenzionato ad andare al cinema, di cominciare nel migliore dei modi quei sette giorni di ferie forzati. E poi è arrivata la telefonata di Diego. Non tanto inaspettata a dire il vero. Quando Barbara, sua sorella, le ha detto di un tizio dal dialetto strano, del nord, che lo ha cercato quando era in viaggio per Salerno e ha dimenticato il cellulare tutto il giorno, ha subito capito che si trattava di lui.
Diego.... Diego!
Certo non può negare a se stesso di essere stato così felice e allo stesso tempo, sentirsi una merda per quella distrazione. Quel telefonino lasciato in carica e quando si era ricordato di non averlo con sé, troppo tardi per tornare a prenderlo. Si era detto: cazzo mi frega, posso comunicare con il baracchino, e poi chi mi cercherà mai... già, proprio l’unico di cui, improvvisamente, sembra importargli qualcosa. Ora non era più il suo passato Diego, come aveva pensato quella prima sera. Ma allora cos’è? E ora che Diego è praticamente tra le sue braccia, Michele non può fare a meno che sorridergli e mettergli un dito sotto il mento: “Allora mi dici che combini?”
“Lascia perdere, è iniziata nel peggiore dei modi questa mia visita a Bari, che poi lo sai che non ci sono mai stato?”
“Sei qui per fare turismo?” malizia Michele, ma sanno tutti e due che non è così.
“No, no per parlarti” tira su con il naso. Poi si avviano fianco a fianco camminando verso l’ortica... Di nuovo!
“Lo devo spostare da qui, se prendo un altra contravvenzione mi fanno un culo così! Hai fame? Hai la faccia di uno che non mangia da giorni”
“Se ho fame! Sto svenendo!” fa teatrale Diego piegandosi su di lui. Anche se imbarazzato da quel contatto, Michele lo stringe a sé cingendo con un braccio la spalla e subito Diego gli circonda la vita e gli poggia la guancia sul braccio. “Dove si può mangiare a quest’ora?”
“Dove ti pare, tu dove vorresti andare?”
“A casa tua?” si volta e lo fissa. Negli occhi di Michele passa un lampo di nervoso perverso.
“Sì, no... cioè... io vivo sotto i miei. Cioè loro, i miei, vivono sopra di me. Nell’appartamento di sopra. A quest’ora è praticamente certo che se mi vedessero rientrare... meglio che ora ci facciamo una bella passeggiata, tipo lungo mare, ok? Tu mi parli e quando si fa sera ti porto a cena da qualche parte. Ma un panino te lo pago subito” si fermano al chiosco dei sandwich dove finalmente Diego riesce a buttare giù qualcosa. Parla e mastica: “Cioè... se ho capito bene, tua madre controlla tutti i tuoi movimenti? Chi entra, chi esce... ”
“Non è che lo faccia proprio di proposito... o forse sì, ma non posso... cioè, che gli dico? Tu sembri un fattone, e quello lei penserebbe! Che mi porto i fattoni in casa. Invece, se facciamo calare la notte, quella si mette a vedere Un posto al sole e noi entriamo, non ci vedrà nessuno a quell’ora, vedrai”
Diego ride: “Sei buffo! Però va bene, salvati da Un posto al sole per avere un po’ di privacy” ammicca e quella specie di allusione o quello che è, provoca in Michele un immediato irrigidimento alle parti basse. Cazzo, di già? Per stemperare l’atmosfera fa una battuta: “Hai detto che volevi parlarmi ma non ti fai mille chilometri per fare conversazione quando esistono i telefoni” ridacchia agitato. Intanto il panino è finito e una leggera pioggerellina mischiata a nevischio bagna il suo giaccone.
“Dimmela la verità, sei qui per...” non dice niente ma Diego, dopo quella frase, ha una luce diversa sul viso.
“Ecco, mi hai già scoperto. E che strazio! Volevo fartene uno a sorpresa! Quelli a sorpresa sono i migliori...”
BUM! Michele è in panne. Cazzo me lo rifà davvero!
“Camminiamo Diego” questa volta lo prende a braccetto e s’incamminano lungo la strada che costeggia il mare. Parlano a lungo anche quando l’ultimo alito di luce annega, sostituito da quella dei lampioni. Diego non sa spiegare quello che prova a Michele, però gli racconta diversi aneddoti della sua vita da figlio di papà mal voluto. I problemi con la droga, anzi i casini con la droga. Gli amici che lo abbandonano, per poi ricercarlo solo quando hanno bisogno di denaro contante. “Per loro sono un bancomat”
“Mi dispiace Diego” Michele è sincero. Ma anche spaventato. Capisce che Diego è una che dalla vita non ha avuto poi molto ma che avrebbe potuto avere tutto, abituato ad avere tutto grazie ai soldi di papà. E ora vuole me... Pensa non capendo se questa cosa lo lusinghi di più o lo terrorizzi.
Diego ha lo stomaco che brontola già da un po’. “Michele guarda, portami a mangiare, perché non ce la faccio più” ride.
“Mi sembra di essere diventato la tua balia! O ti raccolgo se cadi a terra, o devo nutrirti!” Michele lo guarda severo, ma con il sorriso negli occhi.
“Cosa vuoi farci, se non ci sei mi si chiude lo stomaco, ma quando sono vicino a te mi viene fame. Molta fame…” Diego fa gli occhi maliziosi; Michele cerca di sostenere il suo sguardo, ma l’occhio gli cade inavvertitamente sul piercing sul labbro, e subito sente il familiare sfarfallio dello stomaco, l’eccitazione che sale.
Perdio, non potrò più guardare un anellino senza sentirmi così? Una specie di maniaco sessuale, un erotomane! Michele indica un ristorante poco lontano. “Ecco La Marianna…” la voce esce acuta, se la schiarisce mentre Diego lo guarda con fare interrogativo: “Questa Marianna è una tua amica?”
Michele ride: “No, è il nome del ristorante Diego. Al sorso preferito La marianna. Si chiama così, è uno dei miei ristoranti preferiti, e per quanto riguarda la cucina tipica, non si batte!”
“Beh, cos’hai da ridere? Hai detto la Marianna, ed io mi sono sentito un po’ geloso ecco” la cosa finisce lì.
Diego gli si stringe al fianco, ma Michele lo allontana un pochino, stanno per entrare al ristorante, lo conoscono qui, insomma lui non è certo uno che bada alle apparenze, però… Michele si sente a disagio con i suoi pensieri: Non sono un omofobo, anzi, però forse mi infastidisce che pensino... scrolla la testa, non vuole più pensare.
“Dai Diego entra” spingendolo all’interno, lo guida verso un tavolo davanti alla vetrata.
Il cameriere arriva subito: “Ciao Michele, cosa vi porto?” lanciando occhiate incuriosite verso il giovane seduto al tavolo di fronte Michele. È abituato a vederlo con qualche amico più robusto e più virile, o Gaya, dunque molto più femminile.
“Sì, allora… Diego faccio io anche per te?” chiede.
“Certo Michi, mi fido di te” risponde ammiccando.
Stronzo, pensa Michele. “Ah, sì allora ci porti le orecchiette e poi l’orata al forno con le patate” risponde Michele.  “E la birra” conclude Diego con un bel sorriso.
Il cameriere lo guarda male, poi si rivolge a Michele: “Birra? Ci vorrebbe il vino bianco però…”.
“Vino, infatti ci porti il vino, e siamo a posto. Grazie” Michele è infantilmente soddisfatto di aver contraddetto Diego.
“Io lo reggo poco il vino, per quello volevo la birra, ma va beh, non importa. Tanto è una serata speciale, se mi sbraco un po’ che fa...” mentre sogghigna fa tutte smorfiette che lo fanno sembrare uno che ha già fatto l’aperitivo.
Michele pensa a qualche notte prima, quando avevano tutti e due bevuto, pensa… pensa… Meglio se non regge il vino… andiamo sul sicuro... Ma subito dopo: Michele! Levati quella idea fissa dalla testa e smetti di fissare quel cazzo di piercing!
Michele versa il vino bianco e fresco:  Diego si attacca subito al bicchiere e se lo beve tutto.
“Guarda che sei praticamente a stomaco vuoto, e hai già ammesso di non reggerlo: non ti porto a casa in braccio sai?”.
Diego scoppia a ridere: “Sarebbe una bella esperienza però!” e senza badare alle raccomandazioni, si vuota un altro bicchiere.
Mentre aspettano i piatti sono stranamente silenziosi. Diego gioca con tutto quello che trova sul tavolo, costruisce torri con le stoviglie e rovescia la boccetta del pepe.
Michele si innervosisce subito: “Ma non stai mai fermo tu?” e gli porta via da davanti tutto quello che c’è di pericoloso. Pensa che se Diego romperà qualcosa, dovrà scusarsi e pagare pure l’extra. Già gli è bastato lo sguardo severo del cameriere. Come se già sospettasse che, tutto sommato, si tratta di una cenetta romantica. L’arrivo del primo interrompe una sorta di discorso di Diego, che più che un discorso è un delirio contro la polizia che gli ha fatto perdere due ore della sua preziosa esistenza.
“Senti Diego, la polizia ti ha fatto perdere due ore della tua vita, però se tu non ti mettevi nei casini non sarebbe successo niente. E metti giù quel pane, perdio, Diego non ti si sopporta!” Michele stavolta alza la voce, a costo di farsi sentire anche dai vicini di tavolo. Va bene che lo vuole brillo, ma così sicuro gli combinerà qualche casino. Metti che a casa poi lo sentono, perché gli prende a cantare o chissà cosa, me la vedo mamma che scende a controllare! Magari con la scusa di dire che non aveva ispezionato se erano chiuse le persiane e sa che io mi scordo. Che cazzo le dico? Ciao ma’, niente, ti presento Diego, ci siamo conosciuti in autostrada, abbiamo dormito nello stesso letto a Dresda, ora sta un po’ qui con me... Guarda Diego e lo vede assorto a fissare la tovaglia; come al solito gli spiace di aver trasceso.
“Diego, guarda, mi spiace sgridarti sempre, ma tu sei troppo agitato, devi calmarti un tantino, cazzo”. Diego fa il broncio ma in realtà le sgridate di Michele lo fanno sentire importante, amato, protetto addirittura. È come se gli stesse restituendo un’infanzia che non ha mai avuto. “Non ti preoccupare Michi” fa allargando gli occhioni da Bambi, “Non romperò niente, mi calmo, non farò nessun casino...” ma la voce è impastata... “Minchia come è buona questa pasta, ma che ci mettono? È pesto?”
“Ma secondo te è pesto? Siamo a Genova? Sono orecchiette con le cime di rapa” Michele scrolla la teste, mentre Diego si mette a ridere, a ridere, sembra non voler più smettere. “Cos’hai adesso da ridere? Diego guarda, il vino te lo tolgo adesso” o questo mi si addormenta, altro che risentire l’anellino, mi tocca portarlo davvero a casa in spalla. O peggio, mi tocca tenergli la testa mentre vomita! Poi l’occhio cade sul ciuffo lungo la fronte che sconfina fino all’occhio. Ha il vizio di toccarsi spesso i capelli, di scansarseli dal viso. Come se gli dessero noia, come se non riuscisse proprio a trovargli un senso. E gli piace sentirlo ridere, vederlo mangiare e bere mette allegria, mette pace. Sì, i pensieri di Michele lentamente annacquando nel delizioso bianco, diventano più leggeri.
Quando la cena finisce, Diego insiste per pagare e Michele cede ma non dopo avergli dato del filo da torcere. Fianco a fianco raggiungono la strada. È troppo tardi per camminare e, in ogni caso, Diego non ci riuscirebbe, sbronzo com’è. Ormai è del tutto appoggiato alla spalla di Michele. Lo abbraccia. Il camionista non dice più di no. Gli occhi indiscreti degli altri lontani. Prende il telefonino dalla tasca e chiama un taxi.
Il taxi li deposita davanti a casa in venti minuti. Michele fatica non poco a togliersi di dosso le mani di Diego, che continua a volerlo abbracciare. Gliele infila sotto il giacchetto, lo pizzica, si strofina come un gatto. E per lui non è stato per niente semplice affrontare gli occhi del tassista che dallo specchio retrovisore gli ha lanciato occhiatacce per tutta la breve corsa, continui sguardi di disgusto. Finalmente lo spinge giù dall’auto: “Una piovra sei Diego, chetati”; dopo aver preso i soldi, il tassista se ne va senza una parola, ma Michele è sicuro non vede l’ora di raccontare tutto ai colleghi.
Ma chissenefrega, pensa Michele. Ora viene la parte difficile, far entrare Diego in casa senza che al piano di sopra si sveglino tutti. “Diego ascoltami, vieni qui, fai silenzio per qualche minuto, entriamo, poi mettiamo la musica e tu puoi pure cantare l’inno nazionale se ti va. Hai capito?” Diego non deve proprio aver capito, affastella parole, ride, fa casino. Michele alza occhi e braccia al cielo, poi lo guarda, lo prende per le spalle e incurante degli occhi indiscreti che potrebbero vederlo dalle finestre, lo bacia sulla bocca. Ci voleva. Diego sembra sciogliersi fra le sue braccia, rispondendo al bacio con trasporto. Quando Michele si stacca, Diego lo guarda smarrito, ma finalmente zitto. “Non sai cosa ho rischiato ma almeno ti ho lasciato senza parole”. Poi, veloce, lo spinge attraverso il giardinetto, e via dentro casa.
Accesa la luce, trascina Diego sul grande divano rosso. Poco dopo la musica dello stereo si diffonde per tutto l’appartamento. “Michele baciami ancora!” ridacchia Diego completamente sbracato, con le mani tra le asole dei jeans. Il ventre piatto sbuca fuori, lasciando intravedere uno slip dalla marca nuova, non più Intimissimi ma Grigioperla.
Michele è tentato di accettare la proposta di Diego, ma poi considera che è decisamente troppo sbronzo. Certo, vederlo lì con i jeans abbassati, i primi peli che si intravvedono dagli slip… il desiderio è forte.
Guarda cosa mi doveva capitare, andarmi a fissare così per una testa bacata!
La testa bacata nel frattempo si è tolta le scarpe e la felpa e sta canticchiando a bassa voce, buttato di traverso sul divano, il ciuffo sconvolto, gli occhi fissi nel vuoto. Fa davvero tenerezza. E non solo quella...
“Diego, senti: vuoi dormire? Poi domani vediamo il da farsi. Sei d’accordo?” Michele si maledice per quello che sta dicendo, ma anche se vorrebbe buttarsi su di lui e baciarlo finché gli rimangono labbra, si rende conto che non sarebbe giusto per Diego, non vuole fare quello che a quanto gli ha raccontato lo stesso Diego, fanno tutti quelli che gli stanno intorno, non vuole usarlo anche lui. No, non può essere, anche la seconda volta sotto i fumi dell’alcol! “Tu mi vuoi bene, vero Michele? Sei sempre preoccupato per me, per come mi comporto o per come mi sento. Mi vuoi bene, vero?” gli occhi nocciola di Diego chiedono disperatamente una conferma.
Michele sente una tenerezza esagerata e un nodo alla gola improvviso che non lo fa parlare. Si siede vicino al ragazzo e prende ad accarezzargli la testa, spostandogli il ciuffo dall’occhio. Diego si lascia fare, indifeso.
“Sì, credo proprio di volerti bene ragazzo”. Diego gli tende le braccia come farebbe un bambino, e Michele lo accoglie, se lo appoggia sulla spalla e se lo tiene lì, accarezzandolo dolcemente.
Cingendolo alla vita, Diego comincia a dargli tanti bacetti sul collo fino ad arrivare alla bocca, gliela sfiora, ma non lo bacia. Si stacca e improvvisamente serio chiede: “Michi, senti, posso fare una doccia? Mi sveglio un po’, ne ho bisogno”.
Michele respira profondamente cercando di riprendere padronanza di sé: “Certo Diego vieni con me” e lo accompagna verso il bagno. “Guarda, faccio una doccia anch’io”.
Diego sorride già: “La fai con me?”.
“No Diego, c’è un altro bagnetto di servizio di là, tu vai tranquillo” Michele gli dà un buffetto e lo spinge fino alla doccia.
 

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